Un pezzo di Vesuvio a Novara

Ci credereste se vi raccontassi che tempo fa, nel bel mezzo della piatta pianura Padana, lontano dalle colline e dalle Alpi, proprio nel centro della città di Novara, capitò di vedere addirittura un vulcano? Si, proprio un vulcano, con il cratere e tutto il resto e, cosa ancora più incredibile, se ne andava in giro per i quartieri come se niente fosse preceduto da un asinello bardato di azzurro. 

Ovviamente, la montagna errante e fumante non eruttava  lava incandescente, almeno non  in senso stretto,  era posizionata su un carro funebre, opportunamente modificato per l’occasione, e si esibiva, per così dire,  in un contesto festante di incontenibile e carnevalesca gioia. 

Accadde -sul serio- nel maggio del 1987 grazie al “Club Napoli Maradona di Novara” e  alla festa da loro organizzata per il primo scudetto vinto dalla squadra partenopea. Il centro di Novara, per un giorno, parve trovarsi in riva al golfo  neanche si fosse improvvisamente trasferito tra i vicoli del rione Sanità o dei Quartieri Spagnoli. I novaresi, racconta un testimone del tempo, sembravano increduli e curiosi e parteciparono alla festa applaudendo divertiti.

Il testimone, di cui sopra si chiama Raffaele  Calderisi e rappresenta, senza dubbio alcuno, “la storia” della presenza del tifo partenopeo a Novara. Negli ormai lontani anni ’80, epoca d’oro della SSC Napoli, fu proprio lui uno dei  promotori e anche segretario di quel Club Napoli che arrivò a contare diverse centinaia di iscritti. Successivamente, ha partecipato ed è stato sempre attivo in tutte le iniziative che riguardavano la nostra amata squadra sul territorio novarese.  Recentemente ci siamo fatti raccontare dalla sua viva voce (purtroppo solo in videoconferenza data la situazione e le restrizioni dovute all’emergenza COVID) qualche aneddoto sulla sua esperienza personale e delle vicissitudini dei vari club Napoli novaresi che ci hanno preceduto.

Ci dice Raffaele che da quel lontano maggio di festa, la presenza del tifo azzurro a Novara registrò un vero e proprio boom. Furono molti i napoletani che corsero ad iscriversi al club Maradona, forse proprio grazie a quella presenza festante con  Vesuvio e asinello per le strade di Novara.  In quel momento, si vede, buona parte  degli esuli partenopei in terra novarese pensarono di stringersi e riunirsi intorno alla squadra che adesso vinceva e faceva divertire i suoi tifosi proprio contro le grandi del nord Italia che da sempre la facevano da padrone in una serie A. Diciamo pure che era il campionato stesso che sembrava fatto al loro solo uso e consumo e che la situazione non è cambiata di molto col tempo. Il Napoli di quegli anni però finalmente vinceva e tanti immigrati sul territorio novarese, ora a maggior ragione,  trovavarono una ottima opportunità per  stare insieme riunendosi il giovedì in una pizzeria di Corso Trieste che fu eletta a temporanea sede del club.

Diego Armando Maradona calpestò il manto erboso del Silvio Piola nel lontano Novembre del 1986, per un’amichevole contro il Novara. Il Club Napoli Maradona di Novara era, ovviamente, presente.

Di lì a poco, le riunione del direttivo e l’organizzazione delle trasferte, furono organizzate in Corso della Vittoria, nei pressi del Bar Ristorante “Il Delfino” che divenne la sede ufficiale del club. Il ristorante era gestito allora da Luigi Maresca detto Giggino, ma in realtà, ad organizzare il club ci pensò Paolino Manganiello che, con l’aiuto di alcuni amici, trasformarono un ampio garage adiacente al locale commerciale, in una confortevole sala riunioni. Andò così per un anno circa, ma al cambio di gestione del ristorante, i soci del Club Napoli Maradona di Novara, furono costretti a lasciare la loro cara sede e dovettero cercare una nuova “casa”.

Dopo lunghe peripezie, approdarono in Corso Giulio Cesare al “Lucky Bar” gestito da un buon amico di Raffaele e compagnia che, ovviamente, era anche un appassionato tifoso del Napoli. Si chiamava Bruno, ma purtroppo, anche lui vendette il bar dopo poco tempo e ricominciò la ricerca di una sede rendendo ormai i tifosi napoletani novaresi dei nomadi in perenne attesa di una sistemazione stanziale. Provarono con altre pizzerie, come la Santa Lucia e infine,  l’ultimo tentativo di ripristinare la sede del club, avvenne presso Bar Dancing di via Santo Stefano dove si incontravano per le riunioni del Consiglio  e per vedere le partite, ma purtroppo il locale fu costretto a chiudere a causa dei reclami di condomini e vicini infastiditi probabilmente dall’eccessivo calore dei tifosi azzurri durante le partite. Così non se ne fece più nulla e piano piano i progetti per fare rinascere un club Napoli a Novara divenne lettera morta e Raffaele, da sempre in prima linea,  dovette arrendersi all’amara realtà e abbandonò il campo.

Volendo andare a ritroso nella storia dei club Napoli in generale, ho avuto modo di scoprire grazie ad un libro che mi ha regalato il nostro nuovo  socio onorario, che la tradizione dei Club di tifosi in Italia, nasce proprio a Napoli solo dopo sono nati quelli della Juventus, Inter e delle altre squadre di Serie A. Il primo in assoluto risale al 1972 seguito da molti altri e di lì a poco si costituirà anche un’associazione per formare una rete tra i club e con lo scopo di creare una sorta di collaborazione esterna con la società gestita in quel frangente da Corrado Ferlaino. La mente di questa operazione fu il compianto Comm. Crescenzo Chiummariello che, in una intervista rilasciata al giornalista Italo Khune, faceva notare come i Napoli club non fossero solo associazioni di appassionati di calcio e tifosi azzurri, ma come spesso svolgessero anche attività agonistica. Alla fine degli anni ‘70 si contavano circa 336 club in Italia e nel mondo e partendo dal Napoli-club “padre”, quello di Marigliano, i più importanti erano quello di Santa Maria C.V., di  Aversa, di Vico Equense e il Madunina Club di Milano (*)

Ritornando a Novara, nel 2017 nacque in nostro club ed uno dei soci fondatori amico di Raffaele, Beppe Pastore, lo mise al corrente dell’esistenza della neo costituita Associazione culturale e Club Napoli Novara Partenopea così, incuriosito, compose il numero di cellulare che si trova  sul nostro sito web ed ebbe modo di stabilire un primo contatto con il nostro attuale presidente Ciro Giorgio. Non fu facile organizzare il primo faccia a faccia , ma dopo vari tentativi, finalmente avvenne l’incontro tra il presente ed il futuro del tifo napoletano a Novara  “Ora faccio parte a tutti gli effetti di questa realtà -mi dice Raffaele visibilmente emozionato- sono socio onorario,  onorato e fiero di questa associazione culturale che, tra l’altro, ha fini che vanno oltre quello di voler essere un mero punto di riferimento tra tifosi di una squadra di calcio”.

Esisteva tempo fa -continua il suo racconto-  una rivista che si chiamava “Novara Mese” di cui conservo tutte le copie degli anni ’88 e ’90. Inviarono il giornalista Luigi Zanolli ad intervistare tutto il direttivo del Club Napoli Maradona presso il bar il viale Giulio Cesare e ne venne fuori un articolo intitolato “Napoli: sei tutti noi” e io penso che mai frase fu più azzeccata, perché Napoli ed il Napoli siamo veramente anche noi che vibriamo d’amore per la nostra città e per la nostra Campania Felix, felice e distante. Quindi  siamo anche e purtroppo, come dice giustamente il motto di Novara Partenopea: “Lontano dagli occhi, vicino col cuore“. Ricordo con emozione la consegna della tessera di socio onorario e della bella, calda e soffice sciarpa di cui mi hanno fatto dono. Il momento più emozionante e coinvolgente è stato però il Jitsimeet (la videoconferenza – N.d.A.) del 19 dicembre scorso in cui mi sono presentato ed ho potuto raccontare agli altri soci le mie esperienze pregresse come organizzatore del primo club Napoli a Novara. Non vedo l’ora, non appena sarà possibile, di avere la possibilità di stare insieme a loro anche dal vero, di guardare una partita insieme nella sede di Trecate e poter spendere un po’ di tempo con i miei conterranei e condividere la passione per la nostra squadra e la nostra terra.”

Raffale non è diventato immediatamente un novarese acquisito, ma dal suo paesino di Villa di Briano a pochi chilometri da Aversa, nel cui Seminario vescovile si è diplomato, si trasferì prima a Milano e solo dopo aver conosciuto la moglie Luisa, napoletana di Caivano, ma residente a Novara, si stabilì nella città della cupola di San Gaudenzio. Il 10 Novembre del 1973 convolarono a nozze nel duomo di Novara ma fino al 1986  Raffaele ha continuato a fare il pendolare tra Novara e Milano per lavoro.  Dal 2003 è in pensione ed oggi, nonostante qualche acciacco di troppo è felice di essere arrivato all’età di 82 anni potendo godere della nostra amicizia.

“Io mi ritengo un immigrato fortunato, sia a Milano che in questa città ho trovato fortuna e amicizie che mi hanno permesso di sostenere il peso della malinconia per la mia Campania. Forse anche perché mi ha aiutato la passione per il canto e le mie buone corde vocali. Ho cantato nei cori alpini di queste due città dove sono stato accolto con affetto e simpatia anche se non sono mai stato un alpino. Mi hanno portato a cantare con loro anche negli States nel 1992”

Raffaele Calderisi, in realtà in questi anni novaresi è stato impegnato anche in altri campi ed oltre a lavorare, cantare e a tifare Napoli, ha avuto anche una carriera politica non di poco conto. Ci racconta di essere stato consigliere del quartiere Sacro Cuore  dal 2001 al 2006 e di aver poi lasciato per motivi di salute. Non solo, lo sport essendo sempre stato una sua passione, lo ha visto impegnato come dirigente del Gruppo Sportivo Rapid Novara e del nascente settore giovanile del Novara Calcio dal 2002 al 2004.  “Oggi -dice- sono un tranquillo pensionato, che cerca di godersi la vita in famiglia e con gli amici. Ho subito vari interventi chirurgici, ma li gestisco bene e in serenità.  La passione però per la nostra squadra rimane immutata.”

Mi ringrazia ancora e ringrazia il nostro presidente e tutti i soci per questa nuova intrigante esperienza. 

Sapete che vi dico? Lui dice di essere solo un tranquillo pensionato, ma io sono sicuro che se dovesse mai capitare di nuovo di poter festeggiare uno scudetto del Napoli, lui sarebbe tra i primi a scendere per strada, in piazza a far eruttare un nuovo Vesuvio per le strade di questa città.   

“Raffae’, nun te preoccupa’ che se c’è da festeggiare per una vittoria del Napoli e tu non ce la dovessi fare a marciare con noi di Novara Partenopea, ti portiamo noi sulle spalle. Facciamo a turno.”  

Forza Napoli Sempre e comunque.

(*) Rif. Napoli Passione mia di Italo Khune 1985 ed. Il Bagatto  

#adolfodeluca Editor #NovaraPartenopea

4 commenti su “Un pezzo di Vesuvio a Novara”

  1. HO FATTO UN BEL TUTTO NEL MARE CALMO AZZURRO DI NOVARA PARTENOPEA UN BATTESIMO RINNOVATO DI NAPOLETANITA FORZA NAPOLI E W NOVARA PARTENOPEA

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  2. HO FATTO UN BEL TUTTO NEL MARE CALMO AZZURRO DI NOVARA PARTENOPEA UN BATTESIMO RINNOVATO DI NAPOLETANITA FORZA NAPOLI E W NOVARA PARTENOPEA

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