L’abbraccio al Maestro Erri De Luca

Stresa 4 settembre 2017

Da circa una settimana mi preparo all’incontro con Erri De Luca, da quando ho saputo che sarà ospite a Stresa in occasione della Rassegna “Stresa Festival 2017”. Ho accuratamente preparato la cornice contenente la nostra tessera di Socio Onorario e la nostra sciarpa, piccoli doni per lui, con la consapevolezza che oggi per me questo appuntamento rappresenta qualcosa di più, un occasione speciale. Non me ne vogliano gli amici e i soci dell’Associazione. In realtà, pensandoci bene, non è una settimana che mi preparo all’incontro con Erri, questo desiderio nasce tanti anni fa ed è cresciuto nel lungo tempo in cui ho amato la sua infinita poesia, innamorato perso della sensibilità della sua prosa. In effetti sono anni che nutro la speranza di incontrarlo per abbracciarlo e dirgli semplicemente grazie. Il viaggio in auto verso Stresa in compagnia di mia moglie Simona è ricco di entusiasmo ma anche colmo di dubbi, domande, mi chiedo quanta gente ci sarà, se avrò la possibilità di avvicinarlo per scambiare due chiacchiere, ma la fiducia è più forte dei dubbi.

Arriviamo all’ingresso del Regina Palace Hotel, entriamo superando il giardino e appena sulla scala seduto nei salottini adiacenti all’ entrata vediamo Erri intento a parlare con il moderatore dell’incontro Carmelo Di Gennaro, persona squisita e di grande cultura, e altre due persone. Decidiamo di entrare e prendere posto per poi ritornare subito indietro, mi avvicino, mi scuso per la faccia tosta e chiedo di poter parlare con lui per qualche momento. Erri si alza sorridente e disponibile, mi presento e presento mia moglie, gli parlo della nostra Associazione, dei progetti che vorremmo realizzare e gli consegno i piccoli regali che ho portato per lui. Mentre lo ringrazio per i suoi libri, per le emozioni che mi regalano ogni volta lui mi sorprende dicendomi “siamo due napoletani all’estero”, sorrido annuisco e lo abbraccio. Facciamo qualche foto ricordo, poi si deve allontanare per un intervista ma mentre lo fa mi dice di aspettarlo perché mi vuole dare la sua mail. Finita l’intervista chiacchieriamo ancora un poco, facciamo qualche altra foto, ci salutiamo dandoci appuntamento per dopo. Ripenso alla grande fortuna di averlo incontrato prima, al lungo e meraviglioso tempo che ho avuto per parlare con lui, sento un senso di gratitudine.

L’ora successiva trascorsa ad ascoltarlo è qualcosa che è difficile da spiegare, l’emozione dei suoi racconti autentici, l’umiltà e la forza con le quali parla del suo rapporto con la musica, la scrittura, lo studio delle lingue, con Napoli e la sua famiglia, la sua infanzia e la scuola che fa uguaglianza, sono un regalo grande.

Leggendo i suoi scritti, spesso ho pensato che conoscesse i miei sentimenti anche meglio di me stesso, con le sue parole li spiegava, anzi li rivelava ai miei occhi e al mio cuore. Erri De Luca è quel tipo di scrittore capace di smuovere il tuo mondo interiore e fissare con l’eternità della sua prosa l’immenso dei nostri sentimenti più profondi.

A fine incontro Erri si ferma con il pubblico molto numeroso, firma autografi e dediche sui suoi libri con disponibilità, pazienza, con il sorriso, io lo aspetto.

Quando mi avvicino per salutarlo mi accoglie allargando le braccia con un “Uè Ciro!”, lo abbraccio con forza e lui ricambia dandomi pacche sulle spalle e salutandomi dicendo “Statte ‘bbuono guagliò”, io emozionato gli accarezzo la faccia e rispondo “Statte ‘bbuono pure tu Erri”.

Sono saluti che si fanno le persone care, persone di famiglia, mi rimane la stupenda sensazione di aver parlato, salutato e abbracciato un familiare, uno zio, un papà. Anche perché in fondo io so che Erri conosce il mio animo più intimo e forse un poco anche io ho capito il suo. Grazie Maestro, grazie Erri per la tua straordinaria semplicità, ti voglio bene.

Ciro Giorgio

Presidente di ACCNNP

 

 

 

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